Indietro nel tempo
Da vecchi racconti popolari si apprende che l’intera tenuta Dirillo-Macconi era di proprietà dei cugini Conti Lanza e San Marco; al primo apparteneva la tenuta Torre Vecchia zona alquanto collinare oggi coltivata prevalentemente a vitigni per vini D.o.c., al secondo la tenuta più prossima al mare, all’epoca incolta caratterizzata dalla presenza di dune di sabbia con macchia mediterranea (ginestra tipica). Tale lembo di costa che partendo dal fiume Dirillo, confine tra la provincia di Caltanissetta e Ragusa, si estende sul mare per circa 5 Km ed ha una larghezza di circa 1,5 Km. Il Conte San Marco ritenuta l’inutilità di tale feudo riuscì a permutarlo con un complesso edificio di vecchia realizzazione detto Torre Vecchia. Diveniva così proprietario della costa il cugino Conte che fino ad allora sembrava di scarsa utilità in quanto assolutamente incolta e, secondo l’esperienza del tempo, non coltivabile. |
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Dagli anni '20 agli anni '50
Nel 1920 circa il Conte Lanza concedeva in affitto le zone di Macconi ai braccianti agricoli che la utilizzarono per la coltivazione di vigneti; in quegli anni veniva infatti realizzato un palmento. Nel 1940 e per circa dieci anni i terreni venivano concessi in mezzadria; i mezzadri estirparono i vecchi vigneti e sperimentarono la prima piantumazione di ortaggi a pieno campo.
I venti carichi di sabbia danneggiavano la coltivazione, pertanto i mezzadri aguzzando l’ingegno cominciavano a riparare i primi filari delle colture piantate con le “anonizzate” – strutture artigianali fatti da canne con disposte ortogonalmente steli di spighe intrecciate attorno ad un asse centrale- proteggendo così la coltivazione dei propri prodotti. |
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Dagli anni '60 ad oggi
Alla fine degli anni 50 con inizio degli anni 60 le anonizzate sono state soppiantate da strutture ad arco realizzate in canne legate tra loro. Tali strutture venivano coperte con teli di plastica in maniera rudimentale. Tale sistema di costruzione è stato soppiantato con serre realizzate con tavolato in legno d’abete e paletti di castagno formando una struttura del tipo a capanna. Ai giorni nostri tutta l’intera area è coperta da serre con strutture in profilati metallici.
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